Dunque, com'é stato fare 24h di viaggio (porta a porta) con un bambino di 15 mesi e una panza da 34 settimane di gravidanza?
Un gioco da ragazzi.
Leo è stato bravissimo, ha dormito tutto il tempo. Quando non dormiva mangiava, quando non mangiava sorrideva beato alla sua mamma e al suo papà, ma anche alle hostess e agli altri passeggeri. Non ha mai pianto e io mi sento rilassata come se avessi dormito nel mio letto dopo un massaggio rilassante.
Hahahahahahahahahahah
Ci sei cascato eh?
Invece no, ahimé. Il viaggio non è andato proprio così.
Diciamo che era partito bene, con una bella nanna in automobile "Chi ben comincia è a metà dell'opera" dicevano. Peccato si dica anche "chi troppo vuole, nulla stringe" e se già ti sei giocato il bonus con la nanna iniziale, be', auguri per il resto.
Inutile raccontare i km fatti, penso che il mio contapassi sia esploso e ad un certo punto mi abbia mandato un *warning* dicendomi di sedermi che stavo oltrepassando tutti i traguardi del mese. Già, perché da quando Leo cammina lo sport preferito è camminare. Fin qui, nessun problema. Non fosse che tra il camminare e l'ascoltare ci siano di mezzo un paio di oceani.
"Leo lì no" figuriamoci se ascolta.
"Leo vieni dalla mamma" immancabilmente dal lato opposto.
"Leo mi dai la manina?" sguardo furbo, occhiata di sfida, partenza a randa.
Ottimo.
Per non parlare dei toni.
Già, perché Leo non dice una parola (anzi, core de mamma, ne dice 4: caaaaa = carezza, caaaaaac = Zac o altri animali, pappa/babba = pappa e ba! con tanto di punto esclamativo = palla) ma ha una sua comunicazione personale col mondo esterno fatta di gridolini di varia intensità. Quelli più bassi e tenui sono solitamente accompagnati da carezze e dolcezza, quelli medi sono sintomo di normalità mentre quelli alti sono solitamente "voglio, posso, comando". Quali usa più spesso? Ma suvvia, non lo chiameremmo piccolo dittatore altrimenti no?
Indovina indovinello quale di questi tre toni ha utilizzato più spesso durante la trasferta?
BRAVISSIMO!
Hai vinto una giornata con Leo... e Zac, già che ci siamo.
Il tutto immancabilmente accanto a qualcuno che stava riposando oppure quando ignare malcapitate gli facevano un sorriso complimentandosi con lui. Ecco, mai fare un complimento a Leo. Da quel momento il tuo ruolo nella sua vita è quello di menestrello di corte: DEVI proseguire con le adulazioni o lui richiamerà la tua attenzione finché morte non vi separi.
E pensate che non sono nemmeno salita sull'aereo!
Già, perché lì la storia si complica, complice il fatto che tu, genitore, mica vuoi che tutti guardino tuo figlio come una specie di aquila urlante e te come inetto e maleducato. Eh no. Tu vorresti che tutti, scesi dall'aereo iniziassero ad applaudire, fare la ola e gridare "perché è un bravo bambino, perché è un bravo bambino!".
Ma ahimé, trattenere su un sedile un bambino di 15 mesi per 12h è un po' come portare me in un ristorante e dirmi di stare all'entrata ad osservare. Too much.
Così dopo essersi arrampicato sul sedile n volte, averlo rimpinzato di cibo fino a farlo scoppiare, aver anche pensato di stordirlo con un calice di rosso (o vodka?), aver pregato in qualsiasi lingua che si potesse addormentare e ritrovarsi invece alle 3 del mattino dopo 6h di volo con una sorta di Duracel in mano ho pensato che non ce l'avrei potuta fare.
Io, con gli occhi viola, le calze compressive sotto ai pantaloni che mi facevano sentire come in una sauna a cielo aperto, una bambina che giocava alle olimpiadi nella mia pancia e quello dietro che russava sonoramente, mi sono detta "ma perché? Perché?".
E in quel momento, chissà se per pietà o per casualità, il mio piccolo despota si è addormentato tra le mie braccia. Come un tenero cucciolo, pacifico con ciuccio in bocca e orsetto in mano.
Dolcissimo.
Giusto il tempo di far addormentare definitivamente anche il mio braccio e tornare a molestare il mondo con i suoi "gaaaaa, gaaaaaa!".
Ma ve lo dico, viaggiare con un neonato è una passeggiata!
PS: Ammetto di aver colorito leggermente il testo, domani vi lascio una guida personale su come sopravvivere a un viaggio così lungo perché alla fine non è andata poi così (così) male...
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