Che per carità, della bastian contraria ce l'ho sempre avuto.
Pare sia un "dono" del carattere del nonno paterno: se tutti andavano a sinistra, lui sceglieva la destra.
E così succede che mi metto in testa di scrivere un libro a metà ottobre con stampa entro Natale.
Iniziano le dissuasioni da parte di Lui "non stressarti, lavori già come un asino ( ah ah ah ), non hai mai tempo, quando pensi di riuscire ad assemblare qualcosa?".
E mentre la mia testa annuiva il mio cervello già fissava le date per le ricette, le foto e gli incontri con la grafica.
Lei, dal canto suo, era dalla mia.
Temo di aver scelto l'unica sulla faccia della terra (oltre a me) che davanti al precipizio in procinto di cadere può esclamare "be', magari sotto c'é una stazione balneare con tanto di ombrelloni e papere gonfiabili".
"Tranquilla, ce la facciamo! Abbiamo tutto il tempo"
E se lo dice lei, é vero.
Così iniziano le giornate no-stop a fare fotografie, finalmente munita di treppiedi che, ovviamente, non avevo mai utilizzato prima.
Iniziano gli scatti in RAW che fino al giorno prima pensavo fosse un modo per definire la carne da tartare o il pesce da sushi.
Iniziano le infinite scritture di ricette con il supporto di due amiche care e mia mamma per le correzioni del tipo "prendere le uova" quando negli ingredienti di uova non se ne vedevano. Oppure le correzioni per quel piatto tipicamente vegetariano con 1kg di macinata di manzo.
Insomma, mi tocca ammetterlo, qualche segno di stanchezza qua e là si era visto.
Molllare?
Mai.
Il progetto era iniziato e andava terminato.
È così che iniziano gli incontri (rigorosamente telefonici) con la grafica, le ansie indiscusse con Lui che ancora sosteneva che fossi una pazza e la pressione "tempo" sempre più presente.
Il 25 novembre mandiamo in stampa.
Sembra incredibile.
Il 13 dicembre avrò il mio libro.
Stampato.
O meglio.
Avrei dovuto.
All'alba del 16 dicembre sono ancora senza libro.
Passo il mio tempo libero (quale?) al telefono con i tizi della stamperia tra una canzoncina oscena e una tizia che mi ripete a disco rotto "stiamo facendo il possibile per lei". Il resto del tempo lo passo sul loro sito, nella mia area personale, maniaca sullo stato dell'ordine che avanza come i download da Napster negli anni che furono: a 1% a 1%.
Lui ha quel ghigno da "te l'avevo detto", io quello da precipizio misto ombrelloni.
Entrambi aspettiamo il miracolo.
COOKIES AL DOPPIO CIOCCOLATO (12-15 biscotti)
125g cioccolato fondente
125g burro
10g caffé espresso
1 cucchiaio di cacao in polvere
1 presa di sale
125g zucchero grezzo
2 uova
185g farina
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
125g cioccolato a pezzi
- In un pentolino fondere il burro e il cioccolato fondente con il cacao e l'espresso
- Sbattere con una frusta elettrica (o a mano) le uova con lo zucchero grezzo fino a quando il composto diventa chiaro
- Unire il cioccolato al composto di uova e zucchero. Mescolare e aggiungere la farina, il lievito e i pezzetti di cioccolato. Amalgamare bene. Mettere in frigorifero per 1h
- Con l'aiuto di uno spallinatore per gelato (o un cucchiaio) fare delle palle da posizionare sulla teglia (con carta da forno) distanziate tra loro. Come per i cookies normali non c'é bisogno di schiacciarle, si abbasseranno loro in cottura. Cuocere in forno già caldo a 200°C per 9 minuti. Quando escono dal forno i biscotti sono ancora molto morbidi, lasciarli raffreddare almeno 10 minuti prima di assaggiarli
- Si conservano perfettamente anche per una settimana? Se resistono! :-)
NOTA:
Sono ottimi anche con la farina senza glutine, come al solito, molto più friabili.
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